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La nostra storia

ha origini antiche
 

“Il Re è il Re, e nessuno potrebbe chiedergli di scendere per agevolare le salite”

Correva l’anno 1933 e Sua Altezza Vittorio Emanuele III, Re d’Italia, non avrebbe immaginato che in luogo della stazione di Chiaramonte Gulfi, 860 metri sul livello del mare, l’approdo più alto del suo viaggio regale, settantaquattro anni dopo sarebbe nato il primo e l’unico albergo dei Monti Iblei, oggi Antica Stazione.

Circondata dalle “neviere”, gli antichi frigoriferi in cui i chiaramontani depositavano la neve, vendendola e spedendola, attraverso la ferrovia, ai nobili degli altri contadi, era la linea secondaria a scartamento ridotto che collegava Ragusa, Vizzini e Siracusa, in un insolito tracciato a Y che permetteva di solcare la necropoli di Pantalica e di collegare i centri montani iblei con il resto della rete delle Ferrovie dello Stato. La neve veniva caricata sui vagoni e spedita ai baroni le cui ville erano lambite dalla ferrovia e da queste casupole, depositi di neve, da cui trarre la materia prima, il ghiaccio, per antiche granite. Affacciandosi dalle finestre dell’Antica Stazione pare di vedere ancora il “treno di Ciccio Pecora” arrampicarsi per i Monti Iblei, costretto a scusarsi con i passeggeri, di tanto in tanto costretti a scendere per rendere meno ripida la salita.
Fu vita breve, quella della ferrovia privata della Società Anonima per le Ferrovie Secondarie della Sicilia, la Sasf: dal 1922 al 49.

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